MD

MD

  • MD

  • Logo and graphic design for the MD products during the exhibition SIAL Paris, international food exhibition, 21-25 October 2018, Paris.

 

Y kimono now

  • Y kimono now

  • PROGETTO Consolata Pralormo
  • COLLEZIONE Nancy Stetson Martin
  • CURATELA Nancy Stetson Martin, Fabiola Palmeri
  • TESTI Nancy Stetson Martin, Fabiola Palmeri, Francesca Evangelisti
  • ALLESTIMENTO E GRAFICA Barbara Arciuolo, Aurelio Toselli
  • PROGETTAZIONE MOSTRE FILATOIO DI CARAGLIO Andreina d’Agliano
  • SEGRETERIA AMMINISTRATIVA Laura Vietto
  • MOSTRA PROMOSSA E REALIZZATA DA FONDAZIONE FILATOIO ROSSO, COMUNE DI CARAGLIO

 

 

  • Il Filatoio di Caraglio, il più antico setificio in Europa ancora esistente, l’unico ad essere stato recuperato come museo e spazio espositivo, da domenica 23 luglio a domenica 5 novembre 2017 ospiterà una mostra che, attraverso oltre 100 kimono originali, propone un viaggio nel mondo, nella cultura e nell’estetica del Sol Levante, ancora oggi fonte di suggestioni per arte, grafica, design e moda.La scelta del luogo non è casuale: nel 1868, quando il Giappone si apre al mondo con la restaurazione Meiji, i setaioli italiani sono già nel paese da diversi anni per approvvigionarsi dei bachi giapponesi, gli unici a resistere alla pebrina, malattia che impedisce al baco di produrre il prezioso filo. Furono dunque i semai, i setaioli italiani in Giappone, i primi ad instaurare un importante rapporto di fiducia e conoscenza con il paese del Sol Levante e tra i semai piemontesi, uniti nella “Società Bacologica Torinese”, alcuni erano proprio di Caraglio.Nel percorso di mostra – progetto di Consolata Pralormo curatela di Nancy Stetson Martin con Fabiola Palmeri – emergono la vita, le tradizioni, le feste e i paesaggi giapponesi grazie ai motivi decorativi, ai colori, alle raffinate rappresentazioni di fiori e foglie, insetti e animali, montagne e onde impetuose. Dal linguaggio del decoro, parte integrante della cultura giapponese, emerge quel vasto impero dei segni che racchiude il pensiero poetico di una cultura visiva di origini antiche e significati profondi. “…In Asia il decoro parla” afferma Nancy Martin Stetson.Attraverso 4 sezioni dedicate rispettivamente al succedersi delle stagioni, al paesaggio, all’acqua e all’arte, la mostra mette in luce la bellezza dei kimono e ci parla del Giappone, da sempre luogo di straordinaria potenza evocativa e da oltre un secolo punto di riferimento estetico per l’Occidente. Quella stessa estetica che a fine Ottocento conquistò e sconvolse il mondo artistico europeo, influenzando, tra gli altri, Vincent Van Gogh, Claude Monet e Gustav Klimt, fino a Mondrian e Maria Lai, continua ancora oggi a ispirare artisti, fra i quali Takashi Murakami ed il giovane Yoshiyasu Tamura. Il kimono è anche un archetipo per fashion designer come Issey Miyake e Rei Kawakubo, per il kimono designer Shinobu Baba che li disegna adattandoli al corso del tempo, e contagia positivamente  la produzione di grafica e cinematografica contemporanea.“Il linguaggio del decoro va studiato – sostiene Nancy Martin Stetson – il suo luogo di esposizione privilegiato è il kimono che ci fa intravedere un mondo ordinato e forse felice, raccontato in segniÈ questo mondo, attraverso i suoi motivi, i suoi pattern e i suoi colori, che vogliamo raccontare”. La prima sala, dedicata alle stagioni, ripercorre il ciclo della natura che nella cultura giapponese è sorgente generosa e misteriosa della vita, nella quale l’uomo deve vivere in armonia essendone parte integrante. Questa visione della natura è stata interiorizzata nel decoro del kimono, nel quale gli elementi naturali sono dunque predominanti e formano un codice simbolico, ma anche una sorta di almanacco spontaneo derivato dalla continua osservazione di segni naturali.  Le fasi lunari, lo sbocciare di una pianta, il risveglio delle formiche, la rugiada notturna, fiori, foglie e animali danno vita ad un vero e proprio racconto in stoffa di quello che il poeta Kenkō nel XIII secolo descrisse come “la struggente bellezza del mondo”, una bellezza del tutto naturale, espressa nella tintura e nella decorazione dei kimono, testimoni tangibili della stessa antichissima tradizione.Nella seconda sala, dedicata al paesaggio, le fodere interne di alcuni kimono rivelano la meraviglia nascosta di dettagliati dipinti a china, testimonianze rare perché lo stesso inchiostro nel tempo provoca sovente la polverizzazione della seta. Accanto ai significati benaugurali e poetici, la rappresentazione dei paesaggi si rifà a racconti e miti della letteratura classica e, ad introdurre la sala, sarà proprio la letteratura. Nelle vecchie scritture, nelle poesie, nelle canzoni tradizionali si ritrovano infatti tracce di un mondo rurale leggendario, trasformato nel tempo in modello canonico e in segni per l’arte e il decoro.La terza sala, dominata da fluttuanti sfumature di indaco, è dedicata all’acqua, elemento vitale per il Giappone, arcipelago di quasi 7.000 isole circondate da un mare tranquillo o tempestoso, punteggiate di fiumi, laghi e sorgenti calde, colpite da piogge estive e incredibili nevicate. Gli abitanti di questo paese insulare hanno da sempre coltivato enorme rispetto per questo elemento naturale cui la storia, la religione, la filosofia giapponesi attribuiscono una forte valenza simbolica: l’elemento acqua, da cui si sprigiona una potente forza creatrice, è un culto oggetto di pratiche rituali e, naturalmente, soggetto privilegiato per l’arte e il decoro.L’ultima sala suggerisce le infinite implicazioni esistenti fra il kimono, l’arte e la moda attraverso dettagli di colore, forme geometriche, grafiche, logo e decori, volumi e spazi del corpo. Il kimono infatti è riuscito a regalare spunti espressivi a moltissimi artisti occidentali dalla fine del 1800 ai giorni nostri e continua ad influenzare i creativi in Giappone e nel mondo. Il confine fra arte e kimono è molto sottile e, per raccontare questi due mondi paralleli, ai kimono saranno accostate immagini, suggestioni, sfilate. Anche la struttura del kimono che non esalta le forme, ma le nasconde con grazia, detta ancora oggi le sue leggi per avvolgere il corpo e viene indagata e attualizzata dai grandi maestri del fashion nipponico come Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo di Comme des Garçons la cui estetica, in mostra proprio in questi mesi al MET di New York, ha ormai innumerevoli seguaci. Immagini e video di sfilate suggeriranno stimolanti relazioni e reciproche influenze.I kimono esposti provengono da una preziosa collezione privata, composta da oltre 700 kimono quotidiani e destinati alle cerimonie familiari del periodo Meiji (1868-1912), del breve periodo di pace Taishō (1912/1926) e del primo ventennio del periodo Shōwa (1926/1945).

 

  • Photo by Gianni Pezzani.

 

 

Vista Mare

Project in collaboration with Aurelio Toselli (www.studiotoselli.com). Photo by Cristiano Cerato and Andrea Galleani d’Agliano.

da torino a madrid

  • Project in collaboration with Aurelio Toselli (www.studiotoselli.com). Photo by Ilaria Delfino.

  • FONTANESI, DELLEANI e GLI ALTRI. I pittori dell’800 piemontese dalle collezioni dei Savoia-Aosta.
    Una importante esposizione del gruppo di vedute di Torino commissionate a pittori torinesi dell’Ottocento dai Savoia per dimostrare il loro affetto alla città. Ritenute perse per oltre un secolo, venti furono esposte nel giugno del 1980, mentre qui al Filatoio se ne presentano in tutto 24, solo una in meno rispetto a quante ne furono eseguite.
    La mostra, a cura di Luca Mana e Andreina d Agliano, è organizzata dalla Fondazione Filatoio Rosso in collaborazione con il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto.

 

En attendant l’ete

Illustration (storytelling), Graphic design, Creative direction for the special events “en attendant l’été” for the brand EspritzLibre

Special event – CANNES, 27 May 2016, 6pm to 8

Special event – NICE, 9 June 2016, 6pm to 9

http://www.espritzlibre.com

Île(s)

  • A semi-transparent voile hides literary quotes on the wall of the entrance of the exhibition ÎLE(S). It symbolizes the haze that often surrounds the islands when viewed from a distance, but also the aura of mystery in which the insular cultures live, not comprehensibles without effort. At the center of the set design an island composed of 54 mirrors is the linchpin of the imaginary archipelago/labyrinth made up of ten sequences . The mirrors are the many facets of the Corse identity and they refer in an endless game to the content of the thematic islands that develop all around.
  • Project in collaboration with Officina82 (Lara Sappa, Fabio Revetria). Photo by Fabio Revetria.

  • Un velo semitrasparente nasconde citazioni letterarie sulla parete di ingresso della mostra ÎLE(S). Simboleggia la foschia che spesso attornia le isole quando le si guarda da lontano, ma anche l’alone di mistero nel quale vivono le culture insulari, non comprensibili senza fatica. Al centro della scenografia un isolotto composto da 54 specchi è il perno centrale dell’arcipelago/labirinto immaginario composto dalle dieci sequenze. Gli specchi rappresentano le mille sfaccettature dell’identità corsa e rimandano in un gioco senza fine ai contenuti degli isolotti tematici che si sviluppano tutto intorno.

Works